ALLEGATO

Le regioni e lo Stato. La finanza pubblica territorializzata.

        Tra le priorità di governo suggerite dagli stessi cittadini sono certamente predominanti i temi di tipo economico che hanno ricaduta diretta sulla vita delle persone, quali l'occupazione, la ricchezza, l'aumento dei prezzi. La considerazione di questi aspetti permette di valutare l'andamento dell'economia, ma sollecita, dato anche il pregnante momento politico, nell'indagare sulle modalità finanziarie di questo cammino.
        In questo documento, sintesi di un lavoro realizzato dall'Ufficio di statistica della regione Veneto in collaborazione con la Direzione riforme istituzionali e processi di delega, vengono esaminati con attenzione i flussi finanziari fra lo Stato e le singole regioni, quale chiave di lettura delle differenti economie e delle loro potenzialità.
        I dati utilizzati provengono da tre diverse fonti, tutte comunque afferenti al Ministero dell'economia e delle finanze. La prima proviene dal Dipartimento per le politiche fiscali e offre il quadro relativo al gettito erariale regionalizzato di tutte le principali voci di imposta versate allo Stato. Ad essa sono state associate le informazioni provenienti dalla Ragioneria generale dello Stato, relative ai pagamenti di cassa effettuati dallo Stato per regione di localizzazione del pagamento. In tal modo è stato possibile effettuare un confronto tra quanto lo Stato riceve dalle singole regioni, ognuna intesa come insieme di famiglie e di imprese residenti che pagano le imposte, e quanto ad esse lo Stato eroga sotto forma di contributi e di servizi agli utenti finali. Infine, dalla banca dati dei conti pubblici territoriali (CPT), fornita dal Dipartimento per le politiche di sviluppo, provengono le informazioni relative alle entrate e alle spese consolidate della pubblica amministrazione e del settore pubblico allargato, che comprende anche le aziende municipalizzate e regionalizzate, le altre ex aziende autonome (Ferrovie, Poste, Monopoli eccetera) e l'ENEL.
        Dalle elaborazioni risulta evidente che la presenza di due tipologie di statuto nelle regioni italiane - ordinario e speciale - assieme ai diversi criteri di redistribuzione e di perequazione delle risorse adottati dal legislatore, produce una disomogeneità fra quanto viene prodotto e versato da ciascuna regione e quanto rientra attraverso contributi e servizi alle imprese e alle famiglie.

 

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